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Giorgio Tirabassi
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On-line on April 2015
Televisione

Conosciuto e amato dal grande pubblico per il personaggio di Roberto Ardenzi, Ispettore capo e poi Commissario della serie "Distretto di Polizia" e per l'interpretazione di Paolo Borsellino nell'omonimo film per la televisione, Giorgio Tirabassi è presente sul piccolo schermo dagli anni '80. Numerosi i ruoli da lui interpretati in popolari fiction e serie tv come “Ultimo”, “I liceali”, “Benvenuti a tavola”, "Boris". Tornerà nella primavera del 2015 a vestire i panni di Roberto Ardenzi in “Squadra Mobile”, lo spin-off di “Distretto di polizia”.

2004

Il giudice Paolo Borsellino apprende dalle indagini del capitano dei carabinieri Emanuele Basile - in seguito assassinato in un agguato - della prossima alleanza tra la mafia cittadina e quella corleonese. Insieme ai colleghi Giovanni Falcone e Rocco Chinnici, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta e ai commissari Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, Borsellino crea un pool investigativo sulla "nuova" mafia dedita al traffico di droga e in grande espansione, grazie all'appoggio di banchieri e politici locali. I successivi clamorosi arresti trasformano Borsellino e i suoi collaboratori in un bersaglio della mafia. Il primo a cadere sarà Rocco Chinnici nel 1983, per un'autobomba nei pressi della propria abitazione.

Intanto le rivelazioni del boss pentito Tommaso Buscetta portano al primo maxiprocesso, che decapiterà Cosa Nostra; il pool si trova ad essere esposto a un rischio enorme: i commissari Montana e Cassarà vengono assassinati a distanza di pochi giorni nell'estate del 1985, mentre la vita blindata dei superstiti si fa sentire con tutto il suo peso sulla famiglia Borsellino: è in particolare la figlia adolescente del giudice a pagarne il prezzo più alto, ammalandosi di anoressia nervosa.

Nei primi anni novanta Giovanni Falcone ottiene la creazione a Roma della Direzione nazionale antimafia, ma viene ucciso insieme alla moglie Francesca Morvillo e alla scorta, prima di poterne assumere la direzione. Ormai consapevole della fine prossima, e della presenza di traditori nello stesso Palazzo di Giustizia, Borsellino si isola sempre di più, continuando le indagini dei colleghi e cercando, per quanto possibile, di preparare i familiari e i fedeli agenti della scorta all'inevitabile fine, che avverrà il 19 luglio 1992 con un attentato mafioso in via d'Amelio, a Palermo.